Che cosa è il tirocinio

Il tirocinio consiste in un periodo di orientamento al lavoro e di formazione, non configurandosi in alcun modo come un rapporto di lavoro subordinato.

Per i soggetti che devono inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro, è una misura formativa di politica attiva permettendo ai tirocinanti di vivere temporanee esperienze all’interno di dimensioni lavorative per favorire una conoscenza diretta della dimensione “lavoro”. Il tirocinio rappresenta un vero e proprio filtro attraverso il quale il tirocinante si orienta circa le proprie scelte professionali e, allo stesso tempo, si forma direttamente sul luogo di lavoro, arricchendo il proprio bagaglio di conoscenze.

Vediamo, da vicino, come si attiva e struttura lo strumento del tirocinio.

Per realizzare un tirocinio formativo è necessaria una convenzione tra l’ente promotore (università, scuole superiori – pubbliche e private – provveditorati agli studi, agenzie per l’impiego, centri pubblici di formazione professionale e/o orientamento, fondazioni dei consulenti del lavoro, comunità terapeutiche e cooperative sociali, servizi di inserimento lavorativo per disabili, istituzioni formative private non a scopo di lucro) e il soggetto ospitante (azienda, studio professionale, cooperativa, enti pubblici etc.), corredata da unprogetto formativo redatto dal soggetto ospitante e dal tirocinante.

Esistono diverse tipologie di tirocini: analizziamole.

Tirocini “curriculari”, quelli inclusi in un processo di apprendimento formale svolto all’interno di piani di studio delle università e degli istituti scolastici.  In concreto, a cosa serve questo tirocinio? Non tanto ad inserire un ragazzo nel mondo del lavoro, ma piuttosto ad affinare il processo di apprendimento attraverso l’alternanza scuola/lavoro. Rientrano in tale categoria i tirocini attivati da parte di Università o altri istituti universitari abilitati al rilascio di titolo accademici, istruzione scolastica che rilasci titoli aventi valore legale, centri di formazione professionale operanti in regime di convenzione con Provincia o Regione. Il soggetto che vuole iniziare un tirocinio formativo curriculare deve essere uno studente iscritto al corso di studio attivato da chi  promuove il tirocinio medesimo.

Tirocini “non curriculari”, quelli finalizzati ad agevolare le scelte professionali dei giovani nella fase di transizione dalla scuola al lavoro mediante una formazione in un ambiente produttivo ed una conoscenza diretta del mondo del lavoro.

Appartengono alla categoria dei tirocini non curriculari: i tirocini di reinserimento o inserimento al lavoro mirati ad inserire ovvero reinserire nel mondo del lavoro soggetti privi di occupazione (inoccupati e disoccupati) ma anche lavoratori in mobilità. La disciplina di quest’ultimi spetta integralmente alle Regioni; i tirocini promossi a favore degli immigrati nell’ambito dei decreti flussi; i periodi di praticantato richiesti dagli ordini professionali (disciplinati da normative di settore).

I tirocini possono essere svolti anche all’interno delle pubbliche amministrazioni, in base ai bandi emanati dalle singole amministrazioni.

L’ISFOL ha pubblicato il “Manuale del tirocinante. Guida pratica al tirocinio extracurriculare che fornisce informazioni, consigli e suggerimenti utili per scegliere, affrontare, gestire e valorizzare al meglio questo momento di formazione.